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Intervento di suor Luigina Sako alla cerimonia per la festa di San Giuseppe

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Carissima Eccellenza, siamo onorati della Sua presenza in mezzo a noi, per festeggiare la nascita della parrocchia Natività di Maria Santissima, che proprio qui in questa nostra cappella ebbe il suo inizio. Cari Sacerdoti e carissimi amici, ben tornati alla vostra casa paterna.La storia della Parrocchia Natività di Maria Santissima 19/03/1969 – 19/03/2019Il nostro quartiere di Selva Candida e Selva Nera detto ferro di cavallo, negli anni cinquanta era tutto campagna. Abitato da qualche famiglia di coltivatori che venivano da varie regione italiane. Nel  28/08/1956 Mons. Antonio Spina, uomo di grande carità e bontà, fondava l’Istituto Villaggio San Giuseppe in Selva Candida (allora campagna romana) per aiutare i bambini bisognosi: collegio e scuola.  Fin dall’inizio, in questo Villaggio, fu addebita una stanza come cappella ed era aperta anche al pubblico. Così gli abitanti di zona partecipavano alla messa insieme agli abitanti del Villaggio.  Aumentavano pian piano gli abitanti e cresceva il numero degli alunni. Nel 1960 Mons. Spina iniziò a costruire una grande cappella all’interno dell’Istituto. Fu consacrata dal Card. Tisserant 20/10/1963, e aperta al pubblico…destinata all’assistenza religiosa non solo degli alunni, ma anche a tutti gli abitanti dei dintorni, dato che la parrocchia più vicina si trovava a 5 km.   Quindi non solo si celebrava la Santa Messa, ma anche i sacramenti come testimoniano le foto ricordo.Il Villaggio San Giuseppe fu il cuore della zona, Scuola, Cappella e l’unico telefono a gettoni, e mi ricordo in qualunque difficoltà  la gente si rivolgeva a Monsignore.Noi Suore Caldee Figlie di Maria Immacolata, siamo arrivati nel settembre 1966 , chiamati da Mons. Spina per aiutarlo nella direzione del villaggio, prima di noi c’erano Suore Figlie di Maria Annunciata. Lui sempre ci diceva che ci ha chiamati perché lavorando  in Congregazione per le Chiese Orientali, ha conosciuto la storia della Chiesa Caldea, che è la Chiesa di martiri. Infatti sempre ama chiamarci figli di martiri

Il 12/11/1968 Mons. Spina rispondeva così al Vescovo “..mi reco a doverosa eI gradita premura di comunicare all’Eccellenza Vostra che sarò lieto ed onorato di mettere a disposizione la cappella di questo Villaggio, che fin dalla sua fondazione, ha cercato di portare il suo modesto contributo di assistenza religiosa agli abitanti di questa località,….”Mons. Andrea Pancrazio, Vescovo della diocesi scriveva ringraziando Mons. Antonino Spina, dellaSua disponibilità e generosità, ed emana il decreto di istituzione della nuova parrocchia Natività di Maria Santissima il 17/02/1969,  che andrà in vigore dal 19/3/1969 con la nomina di Don Antonio Branda parroco

All’inizio il nuovo Parroco Parroco, ha cominciato a celebrare l’Eucaristia ogni domenica alle ore 8,30, mentre Mons. Spina suona l’organo e guidava il canto. Alla messa partecipava una cinquantina di presone circa. Mentre durante la settimana avevamo i nostri cappellani del Collegio San Josafat, Don Romano che collaborò con Don Antonio.Aumentando la popolazione, abbiamo iniziato la catechesi con un piccolo gruppo di bambini e così si è aggiunta un’altra messa. Durante la settimana lui celebrava la messa nella sua casa e partecipavano i pochi fedeli che abitano nei dintorni. Fin dall’inizio alcune persone le sono state di aiuto nella gestione. Negli anni 70 mentre Mons. Pancrazio veniva per celebrare le prime comunioni vide una donna anziana, che veniva a piedi da Selva Nera, si è fermato e l’ha fatta salire in machina. Essa disse. Eccellenza pensa a noi, dobbiamo andare a piedi fino a San Giuseppe per la messa. I mezzi di trasporti sono pochi. Mi ricordo disse a Don Antonio dobbiamo pensare a Selva Nera.E’ stato un periodo molto difficile perché molte case erano in costruzione e questo avveniva sabato e domenica.  Le prime processioni si facevano mentre la gente si continuava a lavorare Lui diceva loro almeno fermativi al meno cinque minuti per salutare la Madonna. Quindi è stato un periodo non facile, come ogni inizio, però lui con la sua pazienza ha cercato pian piano ha coinvolgere la gente nel preparare sempre meglio la festa patronale perché diceva: al meno la Madonna che va verso le nostre case per benedirci”.Don Antonio era una persona, che con la sua pazienza e tenacità ha cercato di essere vicino alla gente per farli sentire una famiglia. Morì nel 2/3/1986. Il parroci che sono venuti dopo, hanno cercato  sempre più a rafforzare questa nostra comunità, coinvolgendo sempre più persone e potrei dire di tutte le età.I parroci che sono venuti dopo Don Antonio, non avendo una casa canonica, la nostra Congregazione, ha dato la disponibilità di mettere a loro disposizione l’appartamento adiacente alla chiesa e questo è 

Questo ci ha comportato di vivere ancora più da vicino tutto, le difficoltà e le gioie di questa nostra Parrocchia. La zona si allarga e quindi le esigenze sono tante, ma la bellezza di della disponibilità di collaborare e sostenere i sacerdoti. è stata grande. Ho visto tanta gente che era lontana da Dio ha cominciato ha frequentare, così si e cercato a formare dei gruppi per sostenere tutte le attività come vede caro don Federico e sono sicura che hai già esprimentato questa bella accoglienza collaborazione..Oggi dobbiamo cercare di coinvolge le nuove famiglie che arrivano nel quartiere. Questa  è la grande sfida

Suor Luigina Sako